ALPINISMO BISMANTOVIANO

La prima ascesa alpinistica è attribuita a Carlo Voltolini, che scalò in solitaria la Pietra di Bismantova nel 1922.

Il tracciato della sua salita, che arriva al terzo grado superiore, prese il nome di “Via degli Svizzeri”, dall’appellativo dato dai locali a Voltolini, che in realtà era trentino, e all’amico svizzero che lo aveva accompagnato ai piedi del monte.

Nel 1940 Nino Oppio scalò la parete sud-est, aprendo la “Via Oppio” a lui intitolata. Lo stesso anno Armando Corradini e Olinto Pincelli salirono il diedro dal piazzale dell’Eremo, con difficoltà di sesto grado. Negli anni seguenti Pincelli aprì numerosi percorsi di arrampicata.

Una nuova fase si aprì negli anni 1960. La prima arrampicata artificiale sulla Pietra di Bismantova avvenne nel 1960, ad opera di Luigi Zuffa e Benito Modoni, da cui la “Via Zuffa-Modoni”.

Nel frattempo la pratica dell’alpinismo si andava diffondendo in Emilia-Romagna, e la Pietra diventò una delle palestre di roccia più popolari della regione. Tra la fine degli anni 1960 e la metà degli anni 1970 vennero aperte molte nuove vie: la “G.A.B.” dedicata al Gruppi Amici di Bismantova nel 1968, la “Donato Zeni” e la “Via dei Lumaconi” nel 1969, la “Via Nino Marchi” nel 1971, la “Via Doretta” e la “Via Paola” nel 1972, la “Via CAI Parma” nel 1973 e la “Via del Centenario” nel 1975.

A partire dalla metà degli anni 1970 cominciò ad affermarsi l’arrampicata libera su alti gradi di difficoltà, lungo i tracciati aperti in precedenza in artificiale. Il settimo grado fu raggiunto da Emilio Levati nell’ultimo tiro di corda della “Via del Centenario”.

A metà degli anni 1980 prese piede l’arrampicata sportiva. Vennero introdotte alcune innovazioni tecniche, come lo spit e il monotiro, e aperte nuove vie, mentre i vecchi tracciati furono progressivamente richiodati. 

Non mancarono le polemiche: ci furono proteste contro gli appigli scavati nella roccia per agevolare l’arrampicata libera, e contro le nuove chiodature che impedivano di fatto l’arrampicata in artificiale su alcune vie.

Alla fine degli anni 2000 l’arrampicata sportiva è ancora la pratica prevalente, ma si nota una ripresa dell’arrampicata in artificiale.

Dal 1971 è inoltre presente una via ferrata, la via ferrata alla Pietra di Bismantova, detta anche Via ferrata degli Alpini.

A questa si è aggiunta, nel 2017, una seconda ferrata denominata Via ferrata Ovest o dell’Ultimo Sole di difficoltà inferiore all’altra.

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La chiesa dell’Eremo di Bismantova

Nei pressi della Pietra di Bismantova sono documentate scarse tracce di frequentazione del Paleolitico superiore. Tracce di frequentazione umana della fase finale dell’Eneolitico, appartenenti alla cultura del bicchiere campaniforme, sono state rinvenute sul pianoro di Campo Pianelli, alla base della Pietra (metà del III millennio a.C.).

Sempre sul pianoro di Campo Pianelli si insediò un abitato del Bronzo medio (1550-1400 a.C.), nel quale sono stati rinvenuti i resti di capanne ancora nella prima fase del Bronzo recente (1300-1250 a.C.).

L’abitato apparteneva all’occupazione della media montagna da parte della cultura delle terramare. Nel Bronzo finale (XI-XII secolo a.C.), l’abitato dovette essere spostato in un luogo ritenuto più adatto e l’insediamento precedente venne rioccupato da una necropoli, che ha restituito circa 50 tombe ad incinerazione.

A partire dalla fine del VI secolo a.C. e fino al IV secolo a.C. in poi il sito di Campo Pianelli venne rioccupato da Etruschi e Liguri.

Secondo alcune interpretazioni, la Pietra potrebbe essere il Suismontium menzionato nel XXXIX libro della Ad Urbe Condita di Tito Livio, luogo di una battaglia della campagna militare di Marco Emilio Lepido contro i Liguri nel I secolo a.C.

Per difendere la zona conquistata da ulteriori incursioni, i Romani avrebbero costruito un castello.

Il castrum Bismantion è attestato come esistente agli inizi del VII secolo.

La fortificazione doveva dominare la strada tra Parma e Lucca, che forse ricalcava un più antico percorso romano, e passò ai Longobardi prima del 628. Il castello era centro di un gastaldato che comprendeva quattro corti fiscali, tra cui quella di Malliaco.

Il territorio in epoca longobarda entrò poi nei possedimenti dell’Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614, il territorio con vari possedimenti era inserito nel grande feudo reale ed imperiale monastico.

Sullo Spigolo di Fontanacornia, uno degli speroni rocciosi del lato nord, nell’Alto Medioevo sorgeva una rocca, probabilmente distrutta da una frana. Dell’antica costruzione rimangono alcuni resti scoperti nel XIX secolo.

Ai piedi della Pietra nel XVII secolo fu edificato il tuttora esistente eremo benedettino con annessa chiesa aperta al pubblico.

Sul luogo era già presente nel 1422 una chiesetta dedicata al Santissimo Salvatore. Tra il 1616 e il 1625 la chiesetta fu ampliata e vennero costruiti un convento e una torre campanaria.

Nella zona dell’eremo si è abbattuta il 13 febbraio 2015 una frana di grandi proporzioni, senza danni alle persone.

Nel 2010 la Pietra di Bismantova è stata inserita definitivamente nel territorio del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.