Premessa:

Per svolgere al meglio e in modo sicuro questa manovra è necessario assicurare l’idoneità dei mezzi di trasporto, anche in relazione a quanto previsto dalle normative in materia di attrezzature sanitario (uni en 1865), e in particolare dei mezzi utilizzati dal Sistema di emergenza territoriale 118 e dalle strutture sanitarie per il trasporto dei pazienti critici (uni en 1789).

Nell’ottica di garantire elevati standard di trattamento in emergenza extraospedaliera, un’immobilizzazione corretta ed un adeguato condizionamento al trasporto del paziente pediatrico traumatizzato è di fondamentale importanza. Spesso questo basilare concetto, comunque valido anche per quei pazienti non traumatizzati, viene sopraffatto da comportamenti errati quali il tenerlo tra le braccia del genitore, utilizzare presidi dedicati in modo approssimativo, o l’utilizzo indiscriminato di presidi da adulto, compromettendo la sicurezza del piccolo paziente.

Questi comportamenti sono dettati, il più delle volte, dalla non conoscenza della normativa vigente.

Durante il tragitto  dalla sede dell’evento all’ospedale un mezzo di soccorso è soggetto a molti movimenti, a volte bruschi e imprevedibili, quali frenate, accelerazioni, sobbalzi, sterzate, per non menzionare l’eventuale coinvolgimento in un incidente stradale. Queste manovre generano energia, quindi forza che viene applicata a tutti gli occupanti del mezzo, rendendo necessario un adeguato vincolo, con presidi certificati, ai sistemi di trasporto. Nel trasporto di un traumatizzato sappiamo bene quanto sia rischioso un vincolo approssimativo e i danni secondari che possiamo causare, ma occorre tener presente che anche un paziente con patologie “internistiche” ha diritto alla stessa sicurezza durante questa fase del soccorso.

Nonostante queste necessità già appurate, resiste la tendenza a lasciare che il paziente pediatrico venga tenuto in braccio dal genitore o comunque non assicurato in modo adeguato a nessun presidio. In questo modo non solo non si rispettano le normative vigenti che regolano il trasporto dei pazienti in ambulanza, ma non si garantisce il trattamento e la stabilizzazione atraumatica del bambino, rendendolo così vulnerabile in caso di incidente a un peggioramento delle sue condizioni cliniche.

Per dirla in parole semplici, per quanto rinfrancante e rassicurante possa essere, l’abbraccio di un genitore non è un presidio di ritenzione certificato per il trasporto dei pazienti pediatrici in ambulanza !

Il presidio idoneo per questi pazienti è il sistema di cinture di trasporto pediatriche, studiato per proteggere e tutelare il trasporto di pazienti “medici” dai 4 kg fino ad un massimo di 18 kg in posizione seduta quindi non traumatici, in conformità con le leggi vigenti in territorio italiano, con il codice della strada e le necessita dell’Unione Europea.

Il sistema viene fissato allo schienale della barella che deve avere una inclinazione tra i 25° ai 30°, per non consentire lo scivolamento delle faccette articolari, per dare più stabilità alla colonna ancora cartilaginea del lattante.

Nei case report seguenti, il presidio di trasporto verrà utilizzato per la gestione di pazienti pediatrici coinvolti in un evento traumatico, con la descrizione delle manovre eseguite per adattare il sistema di trasporto nel caso l’infortunato sia, per peso e/o dimensioni, all’esterno dei range di applicazione.

Nonostante questi pazienti siano spesso ritrovati all’interno di sedili di trasporto per auto o “ovetti”, è opportuno ricordare che questi sistemi hanno potenzialmente subito un danno durante l’incidente, il ché, come esplicitato dalla casa costruttrice degli stessi, li rende non più idonei al trasporto su ulteriori veicoli.

In casi come quelli che verranno riportati si può erroneamente pensare di immobilizzare, con l’uso di riempitivi, il paziente pediatrico all’interno del seggiolino di trasporto o “ovetto”, trasportando quest’ultimo sulla barella. Oltre a quanto già detto riguardo a un potenziale danno subito da una o più parti del sistema di trasporto in un incidente automobilistico (se non posso dire con certezza che abbia subito danni non posso neanche escluderlo), si ha il problema del fissaggio adeguato del seggiolino alla barella o al sedile dell’ambulanza e l’impossibilità di eseguire una valutazione accurata del paziente senza rimuoverlo dal presidio.

Queste considerazioni ribadiscono l’importanza di posizionare e vincolare il paziente su un presidio adeguato, per consentirne il trasporto in modo sicuro.

La tecnica utilizzata per il condizionamento di questo paziente è stata studiata e proposta da aziende molto importanti e considerata “Manovra al Limite”, cioè una tecnica non di pubblico utilizzo che viene trasmessa, e certificata, agli operatori tecnici solo dopo una Formazione Specifica.

Oltre a conoscenze nell’ambito dell’anatomia e delle sollecitazioni sulle masse corporee è infatti necessario acquisire un’elevata dimestichezza nell’utilizzo dei presidi, che comprende limiti, finalità e possibilità di applicazione degli stessi.

Case-report 1

(Soliera, MO):

L’ambulanza viene inviata per un “SC1G autorizzato a sirena”, trauma della strada, 2 mezzi coinvolti. All’arrivo gli Operatori valutano una dinamica di media entità in cui è coinvolta una moto e un’auto, con un totale di tre persone interessate dall’evento: una donna con la figlia di 5 settimane, sull’auto, e un uomo sulla motocicletta.

La moto impatta lateralmente il lato passeggero e il motociclista si procura un trauma alla spalla e un trauma cranico commotivo.

La donna, assicurata con la cintura, si presenta asintomatica, nega dolore cervicale e alla colonna ed i parametri vitali sono normali. La bambina, riferisce la madre, era assicurata nel suo ovetto dal quale sembra sia stata trattenuta senza conseguenze.

Quest’ultima si presenta vitale, senza segni di traumi evidenti, buona capacità respiratoria, buon murmure vescicolare all’auscultazione, torace e addome che si espandono in modo appropriato, non manifesta segni di deficit di circolo e i parametri vitali rientrano nei range.

Dopo aver immobilizzato il motociclista e aver contattato la centrale 118 per l’appoggio di un mezzo aggiuntivo a cui verrà affidato il centauro, gli Operatori procedono alla preparazione per il trasporto della donna e della bambina. Continuando ad essere asintomatica e normo parametrica la donna viene assicurata al seggiolino con collare cervicale in modo cautelativo. La bambina, benché anch’essa si presenti asintomatica e non dichiari dolore alla palpazione, viene condizionata al trasporto mettendo in atto una immobilizzazione cautelativa per il trasferimento in pronto soccorso.

Procedura di Applicazione:

Posizionare e fissare il sistema di cinture allo schienale della barella di trasporto in modo corretto, aprire le cinture di contenimento e posizionarvi all’interno un immobilizzatore a depressione per arti oppure dei riempitivi che ne occupino lo spazio fino ad arrivare alle cinture. Coprendo tutta la superficie plastica di quest’ultima con un telo di cotone o TNT in modo che non ci sia nessun contatto plastica/cute del paziente.

Posizionare il paziente sul presidio prestando la massima attenzione, vista la non possibilità di posizionare un collare cervicale adeguato, all’iperestensione e iperflessione del capo e alla compressione. Come alternativa al collare cervicale può essere utilizzata una striscia di tessuto adeguatamente sagomata. Nel caso sia rinvenuto in braccio al genitore, la fase di posizionamento può anche essere svolta direttamente da quest’ultimo, per limitare lo stress “da estraneo” al paziente.

Scoprire il paziente e coprirlo con materiale termoisolante, anche la testa, mantenendo gli arti liberi, sia per evitare la costrizione in posizioni non volute o poco confortevoli, sia per favorire il monitoraggio di parametri quali saturimetria e polso.

Iniziare la decompressione della stecco benda mantenendola aderente alle curve fisiologiche, sagomandola in modo che sia ben aderente alle spalle, per evitare scivolamenti verso l’alto, e che consenta la posizione fisiologica degli arti inferiori. È da notare che la stecco benda, oltre a garantire l’immobilizzazione, servirà come riempitivo per consentire l’aderenza delle cinghie del trasporto all’insieme valva-paziente; sarà quindi necessario modellare la parte sopra le spalle in modo adeguato durante la fase di depressione.

Una volta eseguito il tutto, il genitore è stato vincolato in modo corretto al sedile ed è stato raccomandato all’autista di NON procedere a forte velocità.

La piccola paziente è stata monitorata per tutto il viaggio verso il pronto soccorso, mantenendola in contatto visivo con la madre, seduta a lato.

Tenendo conto dell’eccezionalità dell’evento per il genitore, durante tutte le manovre di valutazione, immobilizzazione e monitoraggio sono state spiegate in modo particolareggiato ed esaustivo alla madre le ragioni e le motivazioni di ciò che veniva fatto.

All’arrivo in PS la piccola paziente e la madre sono stata consegnate al personale di “triage” con le relative schede paziente.

Case-report 2:

L’ambulanza viene inviata per un KC1G, trauma pediatrico in casa.

All’arrivo, agli Operatori Tecnici si presentava un padre con in braccio la figlia di 9 mesi, caduta dalle scale durante un giro di esplorazione col girello, procurandosi una ferita al labbro superiore ed al palato. Vista la dinamica ad alta energia con trauma cranico prevalentemente facciale e senza perdita di coscienza, nonostante buona responsività, assenza di segni evidenti di altri traumi al capo, agli arti e alla schiena, abbiamo ritenuto opportuno procedere all’immobilizzazione del piccolo paziente.

Durante tutte le fasi del soccorso la paziente si presentava vitale, con buona capacità respiratoria, appropriata espansione di torace e addome, senza segni di deficit circolatori e normo parametrica.

Il secondo case-report conferma l’utilità e la praticità nell’utilizzo delle stesse attrezzature, anche con un paziente più grande e una stecco benda adeguata.

Conclusione:

Considerando la natura del trauma e le implicazioni di un trasporto pediatrico, abbiamo voluto, per la sicurezza dei trasportati e in particolar modo della piccola nel primo Case Report, enfatizzare l’atraumatismo per un paziente con necessità particolari e incapace di esprimere completamente il suo status di salute.

Ciò è stato fatto con presidi di facile utilizzo e con velocità di esecuzione che fanno dell’immobilizzazione finale un compromesso adeguato tra rispetto delle necessità operative,della condizione clinica e della sicurezza del paziente, attenzione verso i genitori che si sono sentiti assistiti adeguatamente ed hanno visto esaudite le loro necessità di conoscere e capire ciò che stava accadendo. In aggiunta, si è proceduto nel pieno rispetto delle linee guida, della normativa e del codice della strada.