Grazie ai principi ergonomici con cui sono state progettate, queste sedie permettono agli operatori del soccorso di agire in estrema sicurezza sia per la salute del paziente, sia per la propria. La leggerezza dei materiali “alluminio e magnesio” riduce gli sforzi fisici degli operatori e soccorritori di ogni età sia durante le operazioni di salita e discesa dalle scale con paziente.
Per arrivare al piano in caso di soccorso in emergenza, la sedia portantina, può essere trasportata chiusa, permettendo all’operatore di ridurre lo sforzo fisico data la sua leggerezza di soli 9 kg. Può essere trasportata a spalla con un semplice accorgimento dato dalle cinture di trasporto che permettono di ridurre lo sforzo fisico.
Questo garantisce una situazione più favorevole per il mantenimento delle corrette posture della schiena e del resto del corpo evitando rischi di infortuni, soprattutto quando il tempo a disposizione è poco e la fretta compromette l’efficienza fisica dei soccorritori.
La schiena è la parte del corpo più a rischio durante gli sforzi e le movimentazioni di pazienti affiancata dall’età dei soccorritori sempre più disponibili che di certo non aiuta nello svolgere determinati incarichi svolti con il cuore e la passione.
Se infatti si opera con la schiena in una postura scorretta con le curve fisiologiche non mantenute, aumenta la percentuale di rischio di traumi muscolari o danni diretti sul disco intervertebrale.
Per facilitare le operazioni di evacuazione del paziente durante le operazioni di spostamento, la sedia è dotata posteriormente di quattro maniglie corte a due livelli diversi. Queste sono state progettate per agevolare le manovre e adattarsi alle diverse altezze degli operatori e dei volontari che la utilizzano, per garantire la corretta postura di tutto il corpo e quindi utilizzo corretto della forza muscolare senza sovraccaricare le articolazioni.
E’ importante per la salute dell’operatore che si trova a dover movimentare il paziente anche in condizioni poco favorevoli, utilizzare presidi che gli permettano di operare mantenendo le curve fisiologiche della colonna vertebrale e una facile mobilità di carichi ulteriori ridotti, come il peso del presidio, che va abbinato al peso complessivo del paziente.
Per questo l’utilizzo di materiale tecnologicamente studiati per la loro “elasticità” e “leggererezza”, consentono di trasportare pochissimo peso in più durante la mobilitazione, ma di garantirne una resistenza e capacità di carico eccellente.
In questo modo si evitano spinte trasversali a carico del disco intervertebrale che può subire danni immediati (profusioni, ernie discali o muscolari) o nel tempo come conseguenza di sforzi ripetuti.
Se la posizione che assumiamo non ci permette di sfruttare al massimo la forza dei nostri muscoli, infatti rischiamo di sovraccaricare le strutture articolari con conseguente danno a cartilagine, tendini e legamenti. Questo non è sempre facile in ogni ambiente in cui il soccorritore deve intervenire. Molto spesso la sua stabilità è compromessa da gradini di dimensioni diversi, scale particolari con gradino a “papera” o “elicoidale”, dove i piedi dei soccorritori hanno serie difficoltà di appoggio e di movimento che compromettono la sua stabilità. L’altezza diversa delle maniglie aiuta l’operatore oltre a mantenere la postura corretta della colonna, anche ad utilizzare al massimo la forza dei muscoli delle gambe partendo da una posizione favorevole con il ginocchio piegato e il carico del corpo correttamente distribuito.
Iniziando il movimento in una postura corretta l’operatore riesce anche a mantenere una giusta posizione delle spalle, rilassate e non troppo in tensione. Se la posizione delle maniglie non fosse adattabile alle diverse situazioni, l’operatore correrebbe il rischio di usare eccessivamente i muscoli delle spalle per compensare la posizione sfavorevole ed avere più forza nelle manovre. L’utilizzo eccessivo della muscolatura della parte alta del corpo (muscoli delle spalle e trapezio) può portare nel tempo a contratture sulla zona delle spalle e del collo con rischi di dolori e traumi anche al tratto cervicale della colonna.
La sedia è dotata anteriormente di maniglie estraibili regolabili, che si allungano in base alle esigenze dell’operatore e del luogo in cui si lavora. La capacità di allungarsi di queste maniglie permette di non sovraccaricare le spalle, come spiegato in precedenza, ma soprattutto durante le manovre di sollevamento e spostamento aiuta il mantenimento della posizione “power” come posizione di partenza.
Come si può vedere anche dalla foto, le gambe dell’operatore sono piegate, il ginocchio in linea con il piede e la muscolatura è pronta a farsi carico dello sforzo fisico richiesto, evitando di sollecitare eccessivamente la colonna vertebrale, la muscolatura della schiena e delle spalle e l’articolazione del ginocchio.
Per il trasporto della sedia su un piano, questo presidio è stato dotato di quattro/due ruote che agevolano il trasporto e i movimenti di spinta della sedia, togliendo di molto la fatica che questo spostamento richiederebbe all’operatore e l’eventuale rischio di infortuni.
Per imparare correttamente questi movimenti ed evitare errori posturali che nel tempo possono mettere a rischio la salute dell’operatore e del volontario, ha realizzato un corso dedicato: Injure Free che offre una preparazione all’utilizzo corretto dei presidi, sulla prevenzione degli infortuni e su come avere cura della propria salute anche in caso di problemi fisici o dolori improvvisi causati da un utilizzo scorretto del proprio corpo.
Roberta Femia
Alexandro Stecchezzini